Quasi Una Serata

QUASI UNA SERATA

Tre Atti Unici

Di Ethan Coen
Regia Davide Marranchelli
Con Stefano Annoni, Paui Galli, Davide Marranchelli, Simone Severgnini
Scene e costumi Anna Bonomelli
Realizzazione scene Andrea Verga
Foto e concept Federico Galimberti
Produzione Il Giardino delle Ore e Mumble Teatro
In accordo con Arcadia & Ricono Ltd per gentile concessione di Joseph Weinberger Limited, Londra

PRODUZIONE 2022

IN DISTRIBUZIONE

“…è stato deciso di smetterla di prendere in giro la gente.
Adesso glielo diciamo in faccia (…)
che si trovano all’inferno (…)
è stato deciso che la disperazione dà più risultati,
così lo diciamo. (…)
meno divertente per noi, ma più efficace per voi.”

Uno spettacolo geniale e irriverente; la prima di questo grande cineasta a teatro; uno spunto di riflessione sul rapporto tra l’umano e il grande mistero dell’esistenza.

Dalla penna di Ethan Coen (autore e regista per il cinema insieme al fratello Joel) na-scono situazioni esilaranti e surreali, dove è il divino a essere a nostra immagine e so-miglianza, e non viceversa.
Tra teatro dell’assurdo e ironia tipica della sua opera, alle situazioni evocate dai tre atti unici in cui si suddivide il testo, la scelta registica è stata quella di aggiungere un’ulte-riore scatola teatrale, in cui si muovono gli attori quasi surrealmente costretti, oltre che ai propri ruoli, al loro ruolo di artisti; che devono “muovere” il pubblico, per provare a trasformare quella che altrimenti sarebbe quasi una serata in una serata memorabile.

“Ridere amaramente, riflettere col sorriso, riconoscersi e sorridere delle nostre immense piccolezze.”
(Stefano Annoni)

Note di regia
Davide
Marranchelli

Quasi Una Serata è un gioco—il teatro è un gioco—e Cohen ne è pienamente consapevole: un “aldilà” a immagine e somiglianza degli inferni di questa terra, discussioni fra coppie che potremmo essere noi ieri sera, dibattiti accesi tra dèi che amano e dèi che giudicano, ma comunque dèi che menano.

Nei tre atti unici si affrontano smaccatamente temi “altissimi”, quasi intoccabili: domande esistenziali, l’eternità, il rapporto con Dio e con la propria coscienza, le relazioni e i sentimenti; la nostra sensazione è che questo cabaret di temi passi però in secondo piano di fronte al medium che li tiene insieme: il teatro, inteso come cerimonia, condivisione di domande e conflitti a volte insolubili.

Abbiamo scelto quindi di mettere al centro del dibattito proprio la teatralità, questo rito collettivo che tanto ci affascina e diverte, e di interrogarci innanzitutto sul nostro modo di fruire del teatro, di stare in scena e di stare in platea, e di porre le stesse domande anche al pubblico. Cosa cerchiamo da una serata di spettacolo? A cosa serve? Non basta seder-si per essere spettatore, e non basta agire per essere attore, per rendere quasi una serata una “Serata intera” dobbiamo percepire gli esseri umani davanti e intorno a noi non solo come occhio e orecchio, ma come materiale fertile, mallea-bile e incredibilmente vivo.

Questo spettacolo inizia molto prima del suo inizio, con un’investigazione che parte dalle nostre città e finisce in platea, in una (quasi) serata che vuole essere allo stesso tempo indagine e restituzione, spettacolo e prova, per rendere i confini della rappresentazione, così come quelli della finzione, sempre più labili.

IL CAST
SIMONE SEVERGNINI

Attore e produttore, sul cast

Il periodo di lockdown è stato anche un momento di unione e confronto. Ci siamo parlati molto tra artisti e inevitabilmente sono nate delle idee. Questa è una di quelle. Un progetto che mette insieme un gruppo di attori di Como. Rimettersi in gioco ogni volta, con persone diverse… conoscersi, capirsi, intendersi, accordarsi, collaudare, testare il gruppo. In inglese “recitare” si dice “to play” che da noi si traduce con “giocare”, e trovare dei nuovi compagni di gioco non è facile. A noi è andata bene, ci siamo trovati. La diversità diventa così il valore fondante di un cast artistico alla prima volta insieme che si cimenta con un testo mai allestito in Italia. Per regalarvi quella che speriamo possa essere almeno “quasi una serata”.

PAUI GALLI

Attrice, sul progetto

Capita sempre più raramente di poter-si concedere il lusso del tempo, del tempo giusto (che poi non è mai giusto, perché ne vorresti sempre di più) per permettere a un’idea di nascere, maturare e poi concretizzarsi.

È un privilegio poter costruire senza fretta, senza scadenze imminenti. Noi ce lo siamo presi il tempo, soprattutto all’inizio, per capire a quale domanda si voleva rispondere mettendo in scena questo testo. Ne abbiamo trovate. E poi il cerchio si è chiuso, perché la risposta a tutto stava lì. QUASI una serata. Mica una intera.

STEFANO ANNONI

Attore, sull’opera di Coen

Poter vedere 3 spettacoli in una stes-sa sera è un ricco godimento per il pubblico, ma anche per gli attori in scena: interpretare diversi personaggi, calarsi in 3 mondi diversi. Inoltre, in una regia che ci vuole sempre impegnati, anche dietro le quinte, con cambi tecnici, scenografici… Siamo in 4 ma potremmo sembrare 10 o più.

Coen in questi testi, con un bellissimo respiro, unisce le grandi tematiche del suo cinema alla sua ironia, alla conoscenza della macchina teatrale. Una drammaturgia moderna, fatta di dialoghi che risuonano dentro di noi che siamo cresciuti con i loro film e che molto spesso è a questo tipo di storie e di ironia a cui aspiriamo; penso ai Coen, a Tarantino, ad Allen… Se il teatro è accusato di essere un’arte per vecchi o da museo è perché non si dà abbastanza spazio ad autori come Ethan Coen.

Durata90 minuti
TagTeatro Serale, Teatro d’Autore, Teatro di Prosa
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COSA DICE IL PUBBLICO

Era da tempo che non mi capitava uno spettacolo e un’interpretazione così. Davvero complimenti.

Di sicuro tra gli spettacoli più belli che abbia mai visto!

Sono sicura ci siano molte persone – come me – che cercano spettacoli come questo.

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