Kome un Kiodo nella Testa

KOME UN KIODO NELLA TESTA

Uno spettacolo sulle dipendenze

Di Valeria Cavalli, Gipo Gurrado, Claudio Intropido
Regia di Valeria Cavalli e Claudio Intropido
Consulenza scientifica Dott. Nicola Iannaccone, Simonetta Muzio
Con Giacomo De Capitani, Sofia Ligorio, Pietro Cerchiello
Scene e luci Claudio Intropido
Costumi Anna Bertolotti
Musiche originali Gipo Gurrado

IN DISTRIBUZIONE

Tommaso, Riccardo e Letizia: tre amici che cercano di attraversare l’adolescenza insieme.

Tommaso è simpatico, creativo, sensibile e fragile emotivamente; è lui che “tiene” il gruppo, senza nascondere il conflitto con il padre; senza una guida e un esempio da seguire, trova nell’alcool e nella droga una via di fuga.

Riccardo è infantile, amante dei videogiochi, sempre incollato al computer e con poche relazioni con il mondo esterno; l’unico amico che ha è Tommaso che prova per lui un sincero affetto mentre Riccardo appare più distaccato, troppo preso da un mondo virtuale che pare appagarlo di più.

Letizia è carina, simpatica, alla mano; si diverte con Tommaso e Riccardo accettando di buon grado le prese in giro e i difetti dei suoi due amici, ma il desiderio di diventare famosa “come quelli della tv” è troppo forte. Il denaro facile, i bei vestiti, le belle macchine, l’illusione di essere qualcuno senza fare fatica la spingono a comportarsi in maniera pericolosamente superficiale.

IL PROGETTO

Sul vocabolario, alla voce “dipendenza” leggiamo la seguente definizione: “rapporto di subordinazione psicologica; assoggettamento a qualcosa o qualcuno; assuefazione a una sostanza la cui sottrazione induce disturbi fisici e psichici; impossibilità o incapacità di essere autonomi”.

Kome un Kiodo nella Testa è uno spettacolo sulle dipendenze, che seducono e intrappolano sostituendosi a ideali e progetti nei quali credere e per i quali lottare, che si insinuano nella mente soprattutto durante l’adolescenza, una fase della vita dai contorni poco definibili. Un’età in cui l’illecito e la trasgressione attraggono e impauriscono, i rapporti con gli adulti e soprattutto con l’autorità si complicano, il bisogno di affermare la propria identità diventa urgente. Un periodo contradditorio in cui i contrasti con il mondo e con la propria interiorità portano ad una trasformazione profonda, all’esigenza di nuovi incontri ed esperienze, che non sempre si rivelano felici e costruttivi, alla necessità di capire il valore delle scelte.

Scegliere sottintende un pensiero, una critica, significa affermare la propria indipendenza e la propria libertà. Scegliere significa tracciare la rotta e non farsi trascinare dalle onde.

Kome un Kiodo nella Testa è una storia narrata a tre voci, in cui il gioco attorale, fisico e verbale diventa un veicolo per raccontare le tentazioni e gli inganni. Lo spettacolo non vuole essere un manuale etico o una predica moralistica sulla necessità di non cadere nella trappola della dipendenza, ma un viaggio nel mondo adolescenziale con tutte le sue luci ed ombre.

In scena un tema attuale, trattato con uno stile narrativo che procede per immagini, per metafore, attraverso la fusione del linguaggio corporeo e del linguaggio verbale, che colpisce e coinvolge il giovane pubblico.

Durata90 minuti
TagTeatro Ragazzi, Nuove Drammaturgie, Dipendenze
EtàScuola secondaria di primo e secondo grado
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